|
|
|
Il lupo sul
Monte Morrone
Cronaca di una giornata
particolare dopo un attacco dei lupi.
pagina estratta da "pastori del
Morrone" di Marco Petrella.
VIETATA LA
RIPRODUZIONE della pagina senza l'autorizzazione dell'autore
|
Siamo in estate, è il 3 luglio 2006 in una
normale domenica di mezza estate..
Il mio cellulare squilla: è Domenico, l'amico pastore che ha un gregge di
pecore a Roccacasale, un piccolo paesino arroccato alle pendici del
Morrone in provincia dell'Aquila.
La sua voce è quella di una persona nel panico totale, un gruppo di lupi
ha appena attaccato il suo gregge e si ritrova disperse circa 140 capi.
Lui sa che io conosco bene quella zona e mi chiede di aiutarlo a ritrovare
il suo gregge.
Dopo 5 minuti sono già sul posto con mia moglie.
Saliamo subito nel bosco poco distante dal paese dove si trovava il
gregge.
La scena che ci si presenta è terrificante: sangue dappertutto e pecore
sgozzate o gravemente ferite.
ma forse, la scena è più toccante è la faccia disperata del pastore nel
vedere le pecore che aveva cresciuto ridotte in quello stato. Domenico,
come me, appartiene ad un antica famiglia di pastori.
I nostri padri vivevano accampati su questi monti insieme alle loro
pecore.
L'attacco
dei lupi era per le famiglie dei pastori un autentico incubo: le
pecore erano il loro unico mezzo di sostentamento e perderle
significava finire nella miseria più assoluta.
Oggi, un attacco di lupi è meno frequente del solito e fortunatamente
i pastori possono beneficiare di un risarcimento dei danni che
tuttavia non è in grado di risarcire il tempo e l'amore che il pastore
dedica alle sue pecore.
Di un gregge di 140 capi ne troviamo solo una ventina: alcune sono
morte, altre ferite alla gola.
Occorre trovare le altre e sperare che non siano state uccise in zone
inaccessibili.
Per poter avere il risarcimento, infatti, occorre far vedere le pecore
e se le pecore sono disperse non si ha diritto a nulla. |
una delle pecore
uccise con profonde ferite alla gola |
|
Saliamo allora sulla montagna in cerca delle
altre pecore.
Lungo il sentiero troviamo altre pecore sgozzate ed altre ferite; le
pecore hanno cercato rifugio tra le montagne mai lupi le hanno seguite per
diversi chilometri. Era il primo giorno che le pecore tornavano in
montagna e Domenico non si immaginava di ricevere un attacco proprio la
prima notte.
le aveva messe in un recinto insieme alle capre protette da una rete
metallica ma, visto il caldo che faceva, aveva deciso di metterle
nell'altro recinto protetto da una rete elettrica.
I lupi durante la notte, avevano iniziato a correre intorno alla
recinzione creando il panico tra le pecore.
Alla fine, il recinto non aveva retto le pecore erano fuggite finendo
proprio tra le fauci del lupo.
I lupi le avevano spinte nel loro mondo: tra boschi e montagne.
Purtroppo per lui il lupo, che da diversi anni non faceva parlare di se in
queste zone aveva deciso di "tornare a dire la sua" in un mondo, quello
delle montagne abruzzesi, stupendo ed affascinante ma che ha le sue regole
e che non ammette il minimo errore.
Siamo quindi sulle tracce del lupo sperando di trovare ancora qualche
pecora sopravissuta.
a circa 2 ore dal luogo dell'attacco arriviamo allo stazzo chiamato "della
valle dei preti", finalmente qualche buona notizia: notiamo alcune pecore
uscire dal bosco.
Le pecore sentendo il pastore vanno verso di lui. Lo sguardo del pastore è
come quello di un padre che ha ritrovato un figlio disperso.
all'inizio sono solo 2 pecore ma poi queste diventano cinque e poi dieci.
alcune sono salve altre sono irrimediabilmente ferite.
Ci dividiamo tra i boschi e ne troviamo altre scioccate ed immobili e
forse anche esauste per la lunga fuga.
il
luogo dell'attacco
Mi inerpico su un pendio per poter
controllare meglio la zona, ad un tratto noto una zona priva di erba come
se fosse stata calpestata da centinaia di animali: si notano rami
spezzati, pietre spostate e numerose macchie di sangue.
Capisco allora che questo è il punto in cui i lupi hanno raggiunto e
finito il gregge.
la zona in cui i lupi
hanno attaccato le pecore fuggite
Poco più in la trovo, infatti, altre pecore sgozzate ed altre gravemente
ferite, qualcuna però si è salvata anche se impaurita.
Cerchiamo tra i boschi e troviamo altre pecore, alle altre pensa il belare
del gregge che si va riformando e che convince le altre pecore
disperse a uscire allo scoperto.
Sono passate diverse ore ma alla fine su 140 pecore ne abbiamo ritrovate
130.
Di queste purtroppo 15 sono morte ed altre 25 presentano profonde ferite.
E' Impressionante della precisione con cui il lupo ha attaccato le pecore:
delle pecore ferie o uccise tutte sono state attaccate al collo
eccetto una ferita sulla groppa.
Nel frattempo sono arrivati gli uomini della forestale che procedono alla
conta dei danni: si procede a verificare le pecore ferite ed il livello di
danno riportato.
Gli agenti sono molto meticolosi e vogliono controllare le pecore una ad
una.
il pastore conta in 2 minuti tutte le pecore ferite e gli chiede di
annotare il numero.
La successiva richiesta di poterle vedere una ad una provoca un improvviso
aumento della tensione del pastore che si scaglia contro gli agenti che
per i pastori sono visti come amici del "nemico lupo" e quindi non godono
di ottima simpatia.
Ma il nervosismo è dovuto più che altro alla disperazione di aver perso
alcune delle migliore pecore.
Alla fine, una pacca sulle spalle in segno di solidarietà, mette fine alla
contesa e riconduce i presenti ad una discussione più pacata.
|
i
due cani a difesa
Durante la salita ritroviamo anche i cani
rimasti con il grosso del gregge. Ci guardano e ci girano attorno quasi
volessero raccontarci quanto accaduto e sembrano volersi scusarsi per non
aver potuto salvare tutte le pecore. |
un segno alla gola quasi impercettibile ma letale. |
Il
gregge era protetto da solo 2 cani.
I cani non sono molto grandi di taglia piccola come piacciono ad alcuni
esperti o presunti tali. Un mio amico mi diceva, con una velata ironia sui
mie cani da lui ritenuti "troppo grandi", che un cane per poter difendere
meglio le pecore dai lupi non deve essere molto pesante. Io gli risposi
che forse più che per difendere era meglio per "difendersi". Il pastore
sembra quasi arrabbiato con i suoi cani ma io gli spiego che deve
essere grato ai suoi cani. Se non ci fossero stati i cani i danni
sarebbero stati maggiori.
|
Sol una pecora è stata ferita non alla gola |
In genere un cane è sufficiente per tenere a
bada un lupo ma non se il lupo è motivato nei suoi intenti. Se poi le
pecore sono sparse in mezzo ad un bosco diventa impossibile difenderle ed
allora il cane sceglie di stare con il grosso del gruppo limitando così i
danni.
D'altronde, come può un cane difendere un gregge di pecore impaurite e
sparse nel raggio di cinque km? la
tipologia dell'attacco ricorda altri avvenuti negli anni passati e di cui
io ho memoria nei racconti dei pastori.
Si raccontava dell'intelligenza dei nostri lupi e molti dicevano che non
era vero che i lupi erano estinti dal Morrone, noi non li vediamo ma loro
ci sono pronti a sfruttare i nostri errori.
|
Ora capisco
che forse questo è vero: i lupi hanno fatto quello che i loro antenati
già facevano in questa zona come se questo modo di agire si fosse
tramandato di padre in figlio.
La nostra giornata si conclude qui, è ormai sera e decidiamo di tornare a valle a conclusione di una giornata
da ricordare e da raccontare. |
una pecora ferita ritrovata nel bosco |
|