IL BUSINESS DELLA DISPLASIA DELL'ANCA

(Marco Petrella 9 luglio 2012) Capita sempre più spesso di leggere annunci pubblicitari di cani venduti con la fatidica scritta "esente da displasia dell'anca".
In molti ammoniscono i loro clienti dai rischi legati a tale patologia qualora si rivolgessero a persone i cui cani sono sprovvisti di tale certificazione.
Purtroppo capita sempre più spesso che persone che hanno acquistato un cane pubblicizzato come sano hanno avuto problemi con tale patologia ed addirittura in alcuni casi interi gruppi di cani venduti da genitori lastrati sono risultati con problemi.
Spesso alle pubblicità si accompagnano anche discorsi che tendono a sminuire il lavoro di chi come il sottoscritto alleva i cani in maniera diversa con alimentazione naturale e in spazi aperti assai diversi da un canile a cemento con i cani chiusi 24 ore al giorno in dei box.
Secondo alcuni il dichiarare che i nostri cani o quelli di alcuni pastori che allevano i loro cani in modo naturale abbiano meno problemi alle articolazioni e siano più resistenti sarebbero delle notizie prive di fondamento in quanto frutto della sola fantasia e senza basi scientifiche.
L'articolo in questione, quindi, vuole elencare alcuni studi che testimoniano di come tale metodo riduca realmente i rischi e non sia quindi solo frutto di invenzioni "fantasiose".
Lastrare un cane è indubbiamente indice di serietà specie per quegli allevatori che hanno cani a rischio, purtroppo, spesso tale patologia è usata anche per operazioni commerciali che nulla hanno a che vedere con il benessere dei nostri amici a quattro zampe.
Un cane esente può costare anche centinaia di Euro in più, un aumento che non giustifica le spese sostenute che sono di molto inferiori.
Il test sulla displasia non può essere effettuato su un cucciolo ma solo sui genitori (il cane deve avere più di 18 mesi) ed ha un costo che oscilla tra i 120 ed i 150 euro che ovviamente si ripartisce su tutti i cuccioli nati. Non si capisce quindi il perché si vende i cani ad un prezzo di gran lunga superiore ai costi sostenuti.

Bisogna partire dal presupposto che chi acquista un cane deve riceve un cane sano e che questo SIA UN SACROSANTO DIRITTO DEL COMPRATORE che non necessita certo di essere pubblicizzato.
Oltretutto il test della displasia non può dare una garanzia certa come si pubblicizza essendo la dicitura "esente" un termine improprio e spesso abusato, infatti anche un cane figlio di genitori esenti può avere figli afflitti da tale patologia.
Tale test può aiutare gli allevatori nella selezione ma un allevatore che conosce i suoi cani dovrebbe essere in grado di sapere quali sono le linee che possono manifestare tale patologia ed agire di conseguenza anche senza aver effettuato il test.
La displasia viene spesso usata come spauracchio per convincere i clienti a prendere i cani di un determinato allevamento o per gettare discredito su altri.
Purtroppo tale test così come viene effettuato non è in grado di offrire grosse garanzie e studi recenti hanno anche dimostrato come spesso vi possano essere errori.
 


Nerina (HDA) al Cruft 2011
 

A complicare il tutto vi è anche il regolamento ENCI che dispone che gli allevatori possano decidere se rendere pubblici i risultati dei test e quindi i cani di cui si conosce il risultato sono quasi sempre solo i cani risultati buoni dal momento che sono pochissimi gli allevatori che registrano anche i cani che hanno avuto risultati cattivi.
Può capitare, quindi, che un allevatore abbia 10 cani su 12 afflitti da displasia ma ne pubblicizzi solo i due che hanno avuti risultati  buoni.
Occorre anche sapere che se si hanno dei cani che hanno avuto tale problema è del tutto inutile cercare di allevare i cani migliori dal momento che il problema si ripresenterà ugualmente.
Ad onor del vero occorre anche precisare che recenti studi danno molto meno importanza al fattore genetico e che tale patologia può essere contrastata in modo efficace anche con una sana e corretta alimentazione.
L'uso massiccio di alimenti secchi negli allevamenti ed i metodi utilizzati nella selezione per bellezza con allevamento in spazi piatti e chiusi sembrano avere una parte importante nell'insorgenza di tale patologia.
Viene quindi rivalutata l'alimentazione fatta dai pastori formata da siero, carne e frattaglie che senza volerlo erano in grado di contrastare tale patologia in modo del tutto naturale.

METODO HIPP VS OPA e altri studi

A rendere più ingarbugliata la faccenda subentra la guerra in atto tra i diversi centri che certificano tale patologia e su cui ruotano notevoli interessi economici, infatti, una quota dei soldi pagati per il test finisce a questi centri che ne certificano il grado.
Calcolando che ogni anno decine di migliaia di cani effettuano il test per poter avere tale certificazione il giro di affari che ruota intorno a tale patologia è molto alto.
Secondo un nuovo metodo (Penny Hip) inventato dall'Università della Pennysilvania ed effettuabile anche sui cuccioli, circa l'80% dei cani risultati esenti con il metodo tradizionale OFA sarebbe in realtà a rischio di osteoartrosi e displasia dell'anca.
Tale studio (1) ha interessato 439 cani di più di due anni delle razze Pastore Tedesco, Labrador, Golden Retriever e Rottweiler.
Tale metodo tuttavia non ha riscosso successo tra le istituzioni ufficiali ed è utilizzato solo dai cani dell'esercito americano e da alcune scuole per cani guida dei ciechi.
Ovviamente a tale studio è seguita la risposta (2) della fondazione americana OFA (Orthopedic Foundation for Animals) che getta ombre sul metodo Penny e spiega quali sono i motivi del fatto che cani risultati esenti abbiano poi sviluppato la malattia.
Secondo l'OFA l'uso del metodo Penny come screening di massa è ancora prematuro e quindi necessita di maggiori approfondimenti.
A complicare ancora di più il tutto vi è un altro studio effettuato in Svezia dal SVK (Swedish Kennel Club) (3) il quale rivela che molti cani classificati come displasici in realtà sono dei falsi negativi in quanto il test è stato falsato dal sedativo che crea una maggiore lassità articolare.
Abbiamo potuto constatare tale fatti proprio con una nostra cagna in Svezia che unica risultata gravemente displasica ha vissuto una vita senza avere mai avuto problemi e dopo dieci anni i dottori hanno dovuto ammettere l'errore a causa di un errato posizionamento del cane.
Dopo tale studio in Svezia si è reso obbligatorio che ai risultati del test fosse scritto anche il tipo di sedativo utilizzato.
In Svezia vige l'obbligo di registrare tutti i test anche quelli negativi e quindi i dati sono molto più attendibili di altre nazioni.
Nello studio Svedese si rimarca di come malgrado l'obbligatorietà dei test in Svezia a tutti i cani che producono cucciolate, i risultati son negativi specie in alcune razze di grossa taglia.
Secondo tale studio i risultati dello screening di massa sarebbero deludenti se non associati ad uno studio sulle origini genetiche.
Si afferma, inoltre, che la selezione per fini sportivi avrebbe ristretto il numero degli esemplari utilizzati e portato ad una riduzione dei geni utilizzati con aumento delle malattie dovuta all'utilizzo dei soli cani campioni.
Anche il calore delle cagne sembra poter incidere sul risultato del test dal momento che sembra possa generare un aumento della lassità articolare.
Ecco un intervista al dott. Gail Smith:

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Sintomi Clinici sul cane displasico

Un cane displasico ha diversi sintomi che vanno dall'anomalia dell'andatura,  difficoltà di crescita, camminare e correre, zoppia e atrofia muscolare dell'arto con ipertrofia compensatoria del muscolo della spalla. Un cane displasico, specie se di razza grande, manifesterà sempre dei sintomi che andranno a peggiorare con l'avanzare dell'età in quanto è una malattia degenerativa delle articolazioni.
Tale malattia è dovuta essenzialmente ad uno sviluppo anomalo dell'articolazione dell'anca che provoca una fuoriuscita delle testa del femore dall'acetabolo.
La lassità articolare e il conseguente movimento innaturale provoca infiammazione e degenerazione dell'articolazione.
Occorre sfatare il mito del cane gravemente displasico che cammina e corre perché capace di resistere al dolore e che vengono diffuse specie nel mondo dei cani da pecora per gettare discredito sui cani dei pastori ritenuti dagli allevatori displasici. Un cane affetto da displasia ha problemi che tendono a crescere a seconda del grado di displasia.
Se al vostro cane è stata diagnosticata una grave displasia ed invece continua a correre giocare è probabile che il test sia uno di quelli sbagliati o è afflitto da una lieve displasia.


Il fattore alimentare elemento determinate nello sviluppo della displasia

Quindici anni fa scrissi un pagina sull'alimentazione (4) e su alcuni gruppi di discussione italiani ed esteri dicendo che in base alla mia esperienza di allevatore e vita tra i pastori il problema della displasia poteva essere dovuto anche a cause alimentari e che allevando i cani in gruppo e liberi ed alimentandoli in modo corretto si riduceva di molto il rischio come del resto avevo potuto constatare con i miei cani.
Venni accusato da qualcuno di esser un Ciarlatano e di diffondere notizie che potevano mettere a rischio la salute dei cani.
Successivamente mi capitò tra le mani uno studio di un'università americana di cui ho perso le notazioni bibliografiche, che aveva studiato centinaia di cani di cui una metà alimenta con carne e una metà con mangimi secchi. I cani alimentati in modo naturale avevano molte meno probabilità di manifestare il problema.
Di recente un biologo Italiano, Stefano Spagnuolo, ha scritto un interessantissimo articolo (5) sulla rivista dell'ENCI " I nostri Cani" che sembra confermare queste teorie.
Secondo tale studio la displasia è dovuta per un 20/50% a cause genetiche e per il restante 50/80% a fattori ambientali in cui l'alimentazione gioca un ruolo importante.
In tale articolo si parla della vitamina D come elemento nutritivo importante per un corretto sviluppo scheletrico delle anche.
Tale studio come anche gli altri testimoniano che i metodi dei pastori avevano anticipato gli attuali.
Un pastore che elimina i cani malati dalla selezione che peraltro non si sarebbero potuti accoppiare in condizioni di competizione quale è la vita di gruppo, effettua una selezione basata sulla genetica anche senza aver studiato il DNA e da ai suoi cani un alimentazione appropriata con inclusa anche la vitamina D di cui sono ricche le frattaglie (il fegato soprattutto) ed anche il siero del latte.
La cottura, inoltre non crea problemi a questa vitamina che resiste anche a 100 gradi.
Tale metodo di alimentazione ha avuto negli ultimi anni molti estimatori ed in America si è coniato un termine, metodo "BARF", che grosso modo ricalca la tanto criticata dieta dei pastori e che conferma la bontà di tale metodo di allevamento in verità molto più costoso anche per il tempo necessario alla preparazione degli alimenti.
Non corrispondono quindi a realtà le voci diffuse da amanti del "dog business" che l'alimentazione dei pastori era misera ed insufficiente per i nostri cani e che oggi è notevolmente migliorata.
Il metodo di ALLEVAMENTO DEI PASTORI era e rimane un ottimo metodo che ci ha lasciato una razza forte ed estremamente resistente.
Sono i nuovi ritrovati chimici ad aver creato problemi ai nostri cani con alimenti realizzati in laboratorio con derivati di origine animale e farine di frumento che non erano nella dieta dei cani e che spesso hanno creato problemi tanto da dover essere rimossi dal mercato come testimoniano decine di notizie apparse sulla stampa.
 

Cause ambientali

Anche l'ambiente in cui vengono allevato i cani riveste un ruolo importante nel prevenire problemi al cane.
Uno studio del dott. Randi Krontveit (6) della scuola Norvegese di scienze veterinarie ha dimostrato che la displasia dell'anca  nei cani è influenzata in misura maggiore di quanto si credesse dall'ambiente in cui i cuccioli crescono.
Sono stati studiati circa 500 cani di razza Terranova, il Labrador Retriever, il Leonberger e il Wolfhound irlandese.
I risultati di precedenti studi di altri paesi indicavano che la rapida crescita e un elevato peso corporeo sono fattori che aumentano la probabilità di sviluppare la displasia.
Si era convinti fino ad ora che i cani che crescono rapidamente hanno più probabilità di manifestare il problema alle anche.
Il Dott Krontveit ha dimostrato che una rapida crescita ed un elevato peso corporeo nel primo anno di vita dei cuccioli non  ha portato ad un aumentato rischio di displasia ed al contrario, ha trovato che la razza che ha avuto il tasso di crescita più lenta, ovvero il Terranova, ha avuto la più alta incidenza di cani displasici.
I cuccioli nati in primavera o estate e presso gli allevatori che vivevano in una fattoria o in un piccolo appezzamento di terreno, avevano un rischio inferiore di sviluppare la displasia.
Quindi i cani che potevano correre e giocane in questi terreni ondulati sono risultati più sani degli altri.
Da qui se ne deduce ancora una volta che i cani allevati all'aperto sono più forti e resistenti di quelli allevati in box chiusi.
Quindi, nella scelta del vostro cane oltre a guardare gli annunci per cosi dire "pubblicitari" occorre anche valutare la serietà dell'allevatore ed il modo in cui sono tenuti senza dare molto importanza al fatto che abbia un affisso o meno o che sia figlio di un campione dal momento che anche un privato ed una pastore possono avere ottimi cani.
Questa considerazione può essere scontata ma è bene ricordarla a tutti.
Un cane allevato in terra e con qualche difetto può esser migliore di  un cane allevato in un ambiente sterile perché l'ambiente stesso stimola il cane  a produrre difese oltre a selezionare i cani migliori.
Cucciolate di dieci o più cani allevati su cucce pulitissime saranno anche belli a vedersi ma far sopravvivere tanti cuccioli facendo ricorso alla chimica elimina la selezione della natura e diventa poi difficile capire quale è il cane che in natura non sarebbe sopravvissuto. In definitiva per salvare due cuccioli per amore verso di loro o magari per aumentare le entrate economiche di cuccioli figli di cani titolati si pongono le basi per la nascita di altri cuccioli che poi avranno problemi.
 

l'allevamento in spazi aperti migliora sensibilmente la salute dei cani;


cuccioli allevati a terra.

L'importanza di allevare cani in modo naturale

Un cane rustico è definito tale non per le sue qualità morfologiche come spesso accade.
Il cane rustico è quel cane che vive in gruppo, che è educato dal gruppo e che può muoversi in diversi tipi di terreni.
L'alimentazione di un cane rustico è ricca di carne ed ossa e altri alimenti tipici della tradizione pastorale
Da quasi tre secoli i cani della famiglia Petrella vengono allevati in questo modo seguendo linee e principi tipiche della civiltà pastorale abruzzese che in molti sembrano aver dimenticato
Un cucciolo allevato in maniera naturale sarà meno presentabile agli occhi di un compratore ma sicuramente avrà meno problemi di uno cresciuto dentro il salotto di casa in una coperta di lino.
Alimentare i cani con carne cruda oltre a quanto scritto sopra evita la diffusione di odori sgradevoli dal momento che le feci si presentano secche e facilmente asportabili ed anche i denti del cane si presenteranno privi di carie.
Con questo non si vuole certo sminuire l'operato di chi alleva i cani nei box a cemento, ognuno è libero di seguire la propria strada senza tuttavia dover sbarrare quella degli altri per proprio tornaconto come capita sempre più spesso di leggere.

Un metodo esportato in altre nazioni

Sono sempre di più gli allevatori che decidono di seguire il nostro metodo di allevamento.
Un allevatrice Svedese, Anna Eling (nella foto), da circa 7 anni ha iniziato ad allevare venendo a Pratola a prendere nostri cani e allevandoli seguendo il nostro metodo.
I dati del Kennel Club Svedese e disponibili a tutti, dimostrano gli ottimi risultati ottenuti.
Degli oltre 60 cani nati solo solo due cani sono stati classificati con una "C" ed una "D" mentre il resto è risultato perfettamente sano da problemi alle articolazioni. Sono dati estremamente positivi che testimoniano come i metodi usati dai pastori da noi usati sono molto migliori delle moderne tecnologie utilizzate per combattere tali problemi.

Conclusioni

Questo articolo vuole rendere onore al lavoro svolto dai pastori che ci hanno regalato cani eccezionali e che sempre più spesso vengono denigrati senza motivo da persone senza scrupoli disposte a tutto pur di aumentare i loro guadagni.
I riferimenti bibliografici di tale articolo dimostrano in modo scientifico che l'alimentazione ed il modo in cui sono allevati i cani dai pastore sono corretti.
Se si vuole allevare un cane da pastore bisogna sempre ricordarsi delle sue origini ed avere rispetto per chi prima di noi ce li ha lasciati.
Con questo articolo non si vuole scoraggiare a fare il test della displasia ma far semplicemente capire che per  fare un buon cane concorrono vari fattori e ridurre la scelta ad un solo fattore non elimina i rischi.
Il test della displasia è un ottimo aiuto che gli allevatori hanno per allevare i cani e scegliere i soggetti da selezionare.
Occorre però che tale strumento diagnostico  sia utilizzato in modo corretto e che a questo seguano metodi corretti di allevamento oltre a maggiori controlli nelle lastre inviate.
Sarebbe auspicabile che i vari centri che certificano tale patologia lavorino di concerto tra di loro per la creazione di un metodo il più possibile affidabile e con la creazione di un database anche dei cani afflitti da tale patologia in modo da poter avere un database reale di tutti i cani e poter indirizzare gli allevatori nella giusta strada.
E' bene sapere, inoltre, che oggi è possibili fare una lastra preventiva (7) sui cuccioli e nel caso di cani predisposti intervenire chirurgicamente con un intervento relativamente semplice ed alla successiva lastra risulterà esente ed utilizzabile come riproduttore.
Tale pratica è ovviamente utile per il cane ma potrebbe succedere che un allevatore che abbia un cane particolarmente bello possa essere tentato da utilizzarlo in expo con tutte le conseguenze che questo comporta.
Concludiamo l'articolo con una considerazione: il giudizio migliore sullo stato di salute dei cani di un allevamento deve essere dato da chi questi cani li ha avuti e provati e non da chi li alleva.

 


note bibliografiche:

(1) Studio dell'Università della Pennsylvania, ScienceDaily (Sep. 2, 2010)  Hip Dysplasia Susceptibility in Dogs May Be Underreported

(2) Comparazione tra il metodo Ofa e Penny secondo l'OFA (Orthopedic Foundation for Animals) http://www.workingdogs.com/ofa_penn.htm

(3) Sofia Malm, Breeding for Improved Hip and Elbow Health in Swedish Dogs

(4) Marco Petrella,1997 l'alimentazione del Pastore Abruzzese

(5) Stefano Spagnuolo, articolo sulla Rivista "i Nostri Cani" marzo 2011

(6) Randi I. Krontveit, ScienceDaily (Mar. 26, 2012) A Number of Environmental Factors Can Affect the Incidence of Hip Dysplasia in Dogs

(7) dott. Paolo Piccinini, Nuove frontiere della displasia dell'anca.


link utili per approfondire l'argomento:

impatto sulla sedazione sui risultati del test http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17112612

Carlo Colafranceschi, ti presento il cane...displasia fatti e misfatti

una critica al metodo OFA, http://www.animalinsides.com/learn/general-imaging/272-ofa.html

introduzione al metodo Penny Hip, http://www.pennhip.org/ph_method.html

articolo sul metodo Penny Hip. Hip Dysplasia Susceptibility in Dogs May Be Underreported, According to Penn Vet Comparative Study

articoli scientifici sul metodo Penny, Journal articles